Canti Gregoriani 1 - Monastero di Sorres

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SABATO/DOMENICA DELLE PALME
220409/10
 



Invocabit me                                        Mi invocherà
 
et ego exaudiam eum                          e io gli darò risposta;
 
eripiam eum                                         lo libererò
 
et glorificabo eum                               e lo renderò glorioso.
 
longitudine dierum                            Di lunghi giorni
 
adimplebo eum.                                   lo sazierò introito Ps 90, 15ac-16a
 
                                                                                                             
 
                                                              
 
                                                              O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima,
 
segno sacramentale della nostra conversione,
 
concedi a noi tuoi fedeli
 
di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
 
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. colletta
 

Il canto iniziale della Messa c’introduce nel cuore del cammino quaresimale. Forse non ci siamo nemmeno accorti che nel cantare e nell’ascoltare i versetti conclusivi del salmo 90 (15ac-16a) riportiamo le parole di un dialogo tra due persone. Siamo forse osservatori ‘estranei’ ai margini di un incontro? Chi sono le due persone lo scopriremo quando ci soffermeremo sulla pagina evangelica che oggi ci narra l’episodio delle tentazioni affrontate da Gesù (Lc 4, 1-13). Sono 1] il Padre, il quale permette che il Figlio sia messo alla prova come novello Giobbe, e 2] il Figlio stesso, ‘pieno di Spirito Santo’. Il Pneuma divino lo guida nel deserto dove sarà insidiato con insistenza diabolica dal Nemico che Egli sconfiggerà e lascerà esausto, in dissoluzione.
           La quaresima è un itinerario di fede. Con l’aiuto di strumenti adeguati – la preghiera e il digiuno, ma non solo – ridestiamo l’attenzione al prossimo e all’universo intero, in modo tale da recuperare l’orientamento verso Cristo che incontreremo nello splendore della luce pasquale.
           Siamo entrati in un tempo privilegiato per ‘crescere nella conoscenza del mistero di Cristo’. Conoscere il Cristo presentato nei Vangeli e testimoniato dai santi per poterlo riconoscere quale D-i-o e Fratello. Conoscere il Figlio di D-i-o al fine di riconoscerlo in noi stessi e in ogni altra persona, nello scoprire i mille modi con cui si presenta e si riflette in noi creature, chiamate a divenire la sua icona vivente. Nella testimonianza all’apice del nostro divenire-Cristo, attraverso le tappe della sua e nostra esistenza. Dalla nascita al perderci nell’oceano di D-i-o attraverso le varie tappe che i Vangeli, in particolare le pericopi quaresimali, ci propongono. Narrazione di una realtà  che si è concretizzata ieri per ri-presentarsi oggi ed essere di nuovo attuale domani.
L’introito Invocabit me è una canto in sol plagale (VIII modo). Presente nei tre principali repertori cantoriali delle Chiese latine (romano, gregoriano, ambrosiano), la melodia si snoda attraverso alcuni segmenti nei quali affiorano più volte dei passaggi che si corrispondono con maggiore o minore varianti, quasi fosse un processo di allitterazione. Si consideri il neuma cadenzale ‘viola’ con un unico sol 3 volte, mentre 2 volte il sol è congiunto alla nota precedente nella figura della clivis la-sol. Oppure si ascolti con attenzione l’elemento ascendente ‘giallo’ sol-do (segmenti 1 e 3); esso compare con altre due differenti proposte: sol-la-do (s. 4a) e sol-la-si-do (s. 2). L’apice melodico raggiunge il mi acuto e sottolinea l’importanza centrale del messaggio/promessa del Padre che prevede la libertà e la glorificazione di chi si abbandona a Lui compiendo la sua volontà.


Bruder Jakob
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